La difficoltà dei nostri politici di farsi capire. Più che altro c'è uno iato tra il "dire" e il "fare": in mezzo c'è la mentalità del "dare" e "avere". Al di là delle convenienze sono del parere che la gente avrebbe bisogno di sicurezze, sicurezze che riguardano soprattutto il benessere di base nella sua globalità: con questo s'intende dare delle priorità alle necessità: le campagne elettorali sono necessarie per far conoscere gli obiettivi e gli scopi, e quindi la programmazione e pianificazione degli anni a venire: le cene e le feste diventano una vendita di prodotti adatta ad obiettivi privati. Non è una critica superficiale in quanto questo agire implica una partecipazione egoistica e non adatta ad una situazione pubblica. Le ripicche, le vendette private, non portano ad una buona e sana amministrazione. Non si può traslare "l'agire con scopi prettamente privati" nell'"agire ad orientamento pubblico". La gente ha il dovere di rispettare chi si adopera per il bene del Paese, ma questi ultimi devono meritare tale rispetto dimostrando prima di tutto di saper gestire con oculatezza i capitali umani e materiali che consapevoli o meno si trovano ad essere da loro amministrati. Dare seguito alle promesse fatte è fonte di sicurezza e di fiducia per il futuro.